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L'archeologia
I SEGNI DELLA STORIA CHE EMERGONO DAL SOTTOSUOLO
Il Parco è ricco di reperti archeologici d'importanza mondiale, come testimoniano i ritrovamenti dello scheletro fossile dell’”Uomo di Altamura", uno scheletro di ominide, completo e ben conservato, vissuto 150 mila anni fa rinvenuto nella Grotta di Lamalunga, nei pressi di Altamura. Una scoperta unica al mondo per la perfetta conservazione dello scheletro. I resti fossilizzati di quello che è stato ribattezzato "Uomo di Altamura”, appartengono ad una forma arcaica di Homo vissuto in un periodo intermedio tra la vita dell’Homo erectus e la vita di quello che per primo inaugurò il rito di inumazione volontaria, l’Homo di Neanderthal.
La scoperta di Lamalunga è di grande importanza anche per i reperti faunistici ritrovati risalenti ad un periodo ancora più antico, tra i 400.000 e i 500.000 anni fa. La Grotta di Lamalunga, inserita in un contesto ricco di doline, canali e cavità, si presenta come una galleria che si sviluppa per circa 60 m a poca profondità dalla superficie, a cui si accede da un inghiottitoio profondo circa 8 metri. Poiché la Grotta è inaccessibile direttamente al pubblico, nella vicina masseria settecentesca di Lamalunga è possibile effettuare, attraverso immagini, una visita virtuale della grotta.
A circa 13 Km da Corato, in direzione sud-sudest, in località San Magno, è stata rinvenuta una necropoli di tombe a tumulo risalente ad un periodo tra il VII ed il IV secolo a.C. La struttura delle tombe presenta nel mezzo una cista prevalentemente rettangolare e abbastanza ampia, contornata sia da blocchi che da lastre più o meno megalitiche, tanto da sembrare di tipo dolmenico. Nelle tombe sono stati rinvenuti oggetti in bronzo e in ferro e vasellame prevalentemente frammentario.