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L'Alta Murgia
UN TERRITORIO IN EVOLUZIONE
Il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, istituito con d.P.R. 10 marzo 2004 (G.U.R.I. n. 152 del 01 luglio 2004), è tra i più estesi a livello nazionale con i suoi 68.077 ha compresi nei territori dei tredici Comuni (Altamura, Andria, Bitonto, Cassano Murge, Corato, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle, Spinazzola, Toritto) afferenti alle Province di Bari e BAT. Il Sito è caratterizzato dalla presenza di due habitat prioritari: le "Praterie su substrato calcareo (Festuca-Brometalia) con stupenda fioritura di Orchidee” ed i “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea)".
Il territorio del Parco è caratterizzato da una suggestiva successione di creste rocciose, doline, dolci colline, inghiottitoi, cavità carsiche, scarpate ripide, lame, estesi pascoli naturali e coltivi, boschi di quercia e di conifere, dove l'azione perenne della natura si mescola e convive con quella millenaria dell'uomo che ha edificato masserie in pietra, a volte fortificate per difendersi dall’attacco dei predoni, dotate di recinti e stalle per le greggi, cisterne, neviere, chiesette, specchie e reticoli infiniti di muri a secco.
L’Alta Murgia è quindi il luogo dove la storia dell’uomo è tangibile nell’articolato mosaico che delinea il paesaggio della pietra e racconta storie di pastori erranti, di massari impegnati nella lavorazione del latte e della lana e nella coltivazione dei cereali, del mandorlo e della vite, ma racconta anche storie di dinosauri che percorrevano un antico mare e di uomini ancestrali che vivevano con i primi animali domestici nelle numerose grotte che si insinuano nei costoni rocciosi.
Di queste rilevanze storiche rimangono a testimonianza le numerose tombe scavate nella pietra presenti in vari siti archeologici, uno scheletro umano perfettamente conservato custodito in una delle tante cavità carsiche presenti in agro di Altamura e impronte degli antichi ed enormi rettili impresse sulle superfici di strato affioranti di alcune cave di pietra esaurite.
Non mancano poi le testimonianze storiche della dominazione normanno sveva, le cui tracce sono ancora presenti in molti dei centri storici dei tredici comuni ricadenti nel territorio del Parco e che trovano il loro apice nell’imponente Castel del Monte.