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SODDISFAZIONE PER OPERAZIONI CONTRO ABUSIVISMO E BRACCONAGGIO NEL PARCO
A seguito delle operazioni compiute nelle ultime ore da parte delle autorità preposte al controllo del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, il Presidente Cesare Veronico, esprime la sua soddisfazione e la sua gratitudine per l'operato degli agenti del Corpo Forestale dello Stato, protagonisti di alcune importanti attività nell'ambito della lotta al bracconaggio, agli incendi e all'abusivismo edilizio. Particolarmente significativi, in questo senso, la condanna nei confronti di un bracconiere sorpreso in area-parco (avvenuta a seguito di una denuncia dei volontari delle Guardie per l'Ambiente) ed il sequestro di una cava abusiva in località Barile .
"Le notizie degli ultimi giorni sono decisamente positive - afferma Veronico -. La battaglia per la legalità nelle aree protette è uno dei temi che riteniamo prioritari per la valorizzazione del Parco. Le continue sollecitazioni dell'Ente stanno trovando risposta negli organismi dediti al controllo e alla repressione di reati che si possono definire a buona ragione atti di terrorismo ambientale. Una volontà che l'Ente ha voluto ribadire anche con la costituzione di Parte civile nel processo per l'omicidio di don Francesco Cassol, ucciso da un bracconiere che cacciava nel Parco. A fronte della nuova richiesta di patteggiamento esprimiamo la ferma posizione che sia resa piena giustizia per don Cassol. Riaffermiamo il concetto ancora una volta: chi caccia di frodo, chi incendia, chi inquina, nuoce all'intera comunità del Parco, alle sue aziende, ai suoi visitatori. Questa sensibilità, comune a gran parte dei nostri cittadini, trova ulteriore slancio apprendendo che i colpevoli dei reati vengono individuati e sanzionati adeguatamente".
"Le notizie degli ultimi giorni sono decisamente positive - afferma Veronico -. La battaglia per la legalità nelle aree protette è uno dei temi che riteniamo prioritari per la valorizzazione del Parco. Le continue sollecitazioni dell'Ente stanno trovando risposta negli organismi dediti al controllo e alla repressione di reati che si possono definire a buona ragione atti di terrorismo ambientale. Una volontà che l'Ente ha voluto ribadire anche con la costituzione di Parte civile nel processo per l'omicidio di don Francesco Cassol, ucciso da un bracconiere che cacciava nel Parco. A fronte della nuova richiesta di patteggiamento esprimiamo la ferma posizione che sia resa piena giustizia per don Cassol. Riaffermiamo il concetto ancora una volta: chi caccia di frodo, chi incendia, chi inquina, nuoce all'intera comunità del Parco, alle sue aziende, ai suoi visitatori. Questa sensibilità, comune a gran parte dei nostri cittadini, trova ulteriore slancio apprendendo che i colpevoli dei reati vengono individuati e sanzionati adeguatamente".
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