CONTINUANO LE PRONUNCE DI CONDANNA CONTRO I BRACCONIERI

Proseguono le sentenze di condanna per caccia di frodo nel territorio del Parco. L’ultima in ordine di tempo è del Tribunale di Bari - Sezione Distaccata di Ruvo di Puglia (G.O.T. Pasculli) – che ha condannato l'imputato A.M. di Terlizzi (Bari) per il reato di cui all’art. di cui all’art. 544 bis Codice Penale (uccisione del cinghiale con modalità insidiose e crudeli) alla pena di mesi due di reclusione (pena sospesa).
Il bracconiere ha cagionato la morte di un piccolo di cinghiale nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia, con modalità insidiose e crudeli sorprendendo l’animale nottetempo con azione di disturbo, quindi investendolo con un veicolo fuoristrada e finendolo con numerose coltellate.
Il giudice ha altresì condannato l'imputato al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile Ente Parco (assistito dall’avvocato Francesco Rotunno del Foro di Bari), da liquidarsi in separata sede, condannando l'imputato infine alla refusione delle spese processuali in favore dello stesso Ente Parco, liquidate in Euro 3.550,00, oltre spese generali, IVA cassa avvocati come per legge.
Il Presidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Cesare Veronico, ed il Direttore dell’Ente Parco, Fabio Modesti, “confermano l’impegno dell’Ente nella repressione del bracconaggio nel Parco con l’importante ausilio del CTA del Corpo Forestale dello Stato ed, allo stesso tempo, confermano l’impegno dell’Ente ad attuare al più presto il Piano di gestione del cinghiale adottato”.
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