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BACINO DI CAPODACQUA: L'ENTE PARCO PER LA RINATURALIZZAZIONE
Le recenti notizie di un’ipotesi di “rifunzionalizzazione” delle opere relative alla sistemazione idraulica del bacino del torrente Capodacqua nei territori dei Comuni di Poggiorsini e di Gravina in Puglia, per buona parte nei confini del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, destano non poche preoccupazioni. La storia dell’istituzione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia ha avuto nella vicenda di Capodacqua un punto di riferimento importante poiché ha visto, tra la fine del 1980 e i primi anni ’90, l’appena istituito Assessorato all’Ecologia della Regione Puglia, Amministrazioni locali, associazioni protezionistiche, tecnici e cittadini dei Comuni interessati, battersi contro un’opera inutile che ha portato con sé spreco di denaro pubblico e tristi vicende giudiziarie di corruzione.
Non preoccupa la possibilità di rimetter mano alle opere, ma che ciò possa accadere senza che l’Ente Parco sia coinvolto nelle valutazioni che, a quanto pare, oggi la Regione Puglia sta compiendo con il Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia in fase di liquidazione.
L’Ente Parco ha espresso il proprio orientamento, in merito al destino delle opere realizzate per la sistemazione idraulica del Capodacqua, nel Piano per il Parco approvato dagli Organi dell’Ente nel maggio del 2010 ed oggi all’attenzione della stessa Regione Puglia per la sua adozione ed approvazione.
E’ previsto il recupero naturalistico dei quattro “laghetti” collinari realizzati con destinazione a zone umide, riserva idrica utilizzabile, habitat faunistico per anfibi e per la fauna selvatica, e ritenzione delle acque di piena.
E’ indicata, inoltre, la sistemazione degli alvei e delle pendici connesse mediante tecniche di ingegneria naturalistica utilizzando vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea. Queste opere devono integrare la presenza delle aree umide a monte dal punto di vista della sistemazione idraulica e, inoltre, connettere, nel senso della “rete ecologica”, altri territori di interesse naturalistico esterni al Parco.
Infine è indicata la realizzazione di percorsi per visitatori e relative strutture di servizio, individuate tra gli edifici rurali e non già esistenti, comprese le tre torri eoliche, che opportunamente ristrutturati secondo criteri di risparmio energetico e bioedilizia, possono ben prestarsi a diventare centro visite, osservatorio faunistico e strutture per la nidificazione di specie di avifauna particolarmente protetta (ad es. Falco Lanario)
Gli Uffici dell’Ente Parco sono a completa disposizione dell’Assessorato ai LL.PP. della Regione Puglia per offrire la propria collaborazione nella messa a punto di proposte progettuali in linea con quanto previsto dal Piano per il Parco e per la migliore destinazione di eventuali finanziamenti pubblici.
Non preoccupa la possibilità di rimetter mano alle opere, ma che ciò possa accadere senza che l’Ente Parco sia coinvolto nelle valutazioni che, a quanto pare, oggi la Regione Puglia sta compiendo con il Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia in fase di liquidazione.
L’Ente Parco ha espresso il proprio orientamento, in merito al destino delle opere realizzate per la sistemazione idraulica del Capodacqua, nel Piano per il Parco approvato dagli Organi dell’Ente nel maggio del 2010 ed oggi all’attenzione della stessa Regione Puglia per la sua adozione ed approvazione.
E’ previsto il recupero naturalistico dei quattro “laghetti” collinari realizzati con destinazione a zone umide, riserva idrica utilizzabile, habitat faunistico per anfibi e per la fauna selvatica, e ritenzione delle acque di piena.
E’ indicata, inoltre, la sistemazione degli alvei e delle pendici connesse mediante tecniche di ingegneria naturalistica utilizzando vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea. Queste opere devono integrare la presenza delle aree umide a monte dal punto di vista della sistemazione idraulica e, inoltre, connettere, nel senso della “rete ecologica”, altri territori di interesse naturalistico esterni al Parco.
Infine è indicata la realizzazione di percorsi per visitatori e relative strutture di servizio, individuate tra gli edifici rurali e non già esistenti, comprese le tre torri eoliche, che opportunamente ristrutturati secondo criteri di risparmio energetico e bioedilizia, possono ben prestarsi a diventare centro visite, osservatorio faunistico e strutture per la nidificazione di specie di avifauna particolarmente protetta (ad es. Falco Lanario)
Gli Uffici dell’Ente Parco sono a completa disposizione dell’Assessorato ai LL.PP. della Regione Puglia per offrire la propria collaborazione nella messa a punto di proposte progettuali in linea con quanto previsto dal Piano per il Parco e per la migliore destinazione di eventuali finanziamenti pubblici.
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