I PARCHI NAZIONALI DELLE DOLOMITI BELLUNESI E DELL'ALTA MURGIA UNITI NEL NOME DI DON CASSOL

Ad un anno dalla sottoscrizione del gemellaggio tra gli Enti Parco Nazionali delle Dolomiti Bellunesi e dell’Alta Murgia, per onorare la figura di Don Francesco Cassol, sacerdote amante della natura assassinato durante un bivacco notturno per mano di un bracconiere nei pressi del Pulo di Altamura, si terrà a Longarone il 22 agosto prossimo la cerimonia commemorativa civile e religiosa.
Saranno presenti i familiari e gli amici di Don Francesco, il Sindaco di Longarone Roberto Padrin, i rappresentanti del Comune di Altamura ed i Presidenti dei due Parchi, Benedetto Fiori (Dolomiti Bellunesi) e Cesare Veronico (Alta Murgia).
Il programma sarà il seguente: ore 18,00, presso il Municipio di Longarone, incontro pubblico con l’Amministrazione Comunale.
Ore 20,00 celebrazione Santa Messa presso la Chiesa Parrocchiale del Comune di Longarone.
Contestualmente sarà deposta una corona di fiori al Pulo di Altamura, presso il crocifisso che ricorda il luogo in cui fu consumato il delitto nella notte tra il 21 e il 22 agosto 2010.
Il gemellaggio è nato con l'obiettivo di promuovere la legalità nelle aree protette e l'amore per l'ambiente e di unire le comunità dell'Alta Murgia e delle Dolomiti Bellunesi.
Benedetto Fiori, Presidente del Parco delle Dolomiti Bellunesi sottolinea le affinità tra l’azione del volontariato, tanto cara a don Francesco, e quella svolta dalle aree naturali protette a tutela della natura: “Entrambe guardano al futuro – dice Fiori -; entrambe sono tese ad offrire, a chi verrà dopo di noi, un mondo migliore; entrambe partono dal presupposto che è necessario, prima di tutto, dare l’esempio; credo che perseverare nel nostro impegno comune a tutela del creato sia il modo più bello per ricordare, onorare e continuare l’opera di don Francesco”.
Un evento che, quest’anno, si carica di un rinnovato messaggio di pace e di rispetto per i viventi, come dichiarato da Cesare Veronico: “Don Cassol amava vivere a contatto con la natura e con gli abitanti del nostro parco. Crediamo di rendergli onore col nostro impegno perché sia riconosciuta l’incompatibilità tra le aree naturali protette italiane e quelle esercitazioni militari che, con le loro esplosioni e il loro impatto sul territorio turbano la quiete delle creature che vivono nel Parco e quella di chi sceglie questi luoghi per riconciliare lo spirito”.
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