Infinite linee di pietre sapientemente accostate a formare muri, senza traccia di malta o altro collante, mantenute solo da un delicato equilibrio. I muri a secco sono stati un potente elemento di trasformazione del paesaggio murgiano, consentendo di trasformare un limite, la presenza di pietrame nei campi da arare, in una risorsa, il materiale per la realizzazione di strutture difensive dei campi. Con essi è stato possibile garantirsi una difesa contro gli attacchi al bestiame, una protezione dalla furia degli incendi e un argine alla capacità, da parte delle forti piogge torrenziali, di trascinare via il terreno. Le innumerevoli rocce sovrapposte sviluppano un’enorme superficie di condensazione dell’umidità atmosferica che si trasforma in una maggiore umidità del suolo. I muri a secco rappresentano, inoltre, uno scrigno di biodiversità perché al loro interno trovano riparo numerose forme di vita: semi e piante che si ancorano negli anfratti tra le pietre, insetti che si servono degli interstizi per deporre le uova, rettili, anfibi, uccelli e piccoli mammiferi che si rifugiano al loro interno.
I muretti a secco
Image